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La storia di una monaca (1959)

24 Mar

TRAMA

Gabrielle van der Mal è una giovane ragazza belga dotata di grande fede religiosa e di profondo altruismo che la portano a intraprendere il cammino per diventare suora; l’altro suo grande sogno è quello di diventare infermiera e di andare in missione in Africa per portare il suo contributo in favore delle popolazioni povere e disagiate. Il percorso per ottenere i voti comporta l’osservanza di norme e abitudini molto severe ma la ragazza, nonostante qualche incertezza, è decisa a mantenere i suoi propositi. Divenuta monaca col nome di suor Lucia, la giovane frequenta la scuola di medicina tropicale ad Anversa riscuotendo ottimi consensi – la sua passione per la medicina è favorita dal fatto che suo padre è un ottimo medico di fama internazionale. Una volta superato l’esame, suor Lucia avrebbe avuto la possibilità di essere mandata ad operare come infermiera in una missione del Congo; ma le viene chiesto dalla madre superiora che gestisce la scuola di fare in modo di non passare l’esame finale come gesto di umiltà nei confronti di un’altra suora che l’aveva ingiustamente accusata di vantarsi delle sue capacità. La ragazza non riesce a fingere e supera brillantemente l’esame ma non viene mandata subito in Congo, come ella sperava, bensì in un ospedale psichiatrico di Bruxelles. Quì la giovane suora è protagonista di un episodio drammatico: per eccessiva fiducia e incurante delle prescrizioni, apre la cella di una donna demente per porgerle un bicchiere d’acqua e viene subito aggredita da questa. Fortunatamente, suor Lucia riesce a divincolarsi e a chiedere aiuto alle altre sorelle.
Dopo la parentesi Bruxellese, suor Lucia finalmente ottiene il permesso di andare in Congo: lì viene assegnata come assistente del dottor Fortunati, persona schietta e dotata di grande professionalità. Questi apprezza da subito la dedizione e le capacità di suor Lucia come infermiera ma osserva in lei una certa incompatibilità fra la sua passione per la medicina e le regole rigide del monacato a cui la ragazza riesce a convivere con fatica. Quando suor Lucia si accorge di avere contratto la tubercolosi, il dottor Fortunati si prodiga per curarla e poterla riavere ancora come sua assistente. Suor Lucia riesce a guarire dalla malattia e tornare così al suo amato lavoro finchè non viene richiamata al convento per rinnovare il cammino di fede. Tornata in Belgio si trova ad affrontare un periodo molto difficile a causa dello scoppio della guerra e l’invasione dei tedeschi. La notizia della morte del padre, assassinato dai nazisti mentre cercava di curare dei profughi, fa nascere in suor Lucia un sentimento di odio verso gli invasori e, contravvenendo al regolamento monacale, aiuta un’altra infermiera a proteggere dei partigiani. La suora si rende conto di non essere adatta a mantenere gli impegni presi con i voti, di non riuscire, nonostante gli sforzi, a rispettare la disciplina impostale dallo stato monacale e di non provare alcun sentimento di odio verso altre persone. Decide così di abbandonare i voti per poter continuare come laica la sua opera di missionaria.

CONSIDERAZIONI PERSONALI

Come la maggior parte dei film di stampo biografico, anche questo diretto dall’ottimo Fred Zinnemann, risulta denso di avvenimenti e personaggi e alcuni aspetti vengono invevitabilmente approfonditi maggiormente rispetto ad altri. Senza dubbio il tema centrale è il conflitto interiore della protagonista: la sua grande capacità di donarsi totalmente agli altri e la grande passione e dedizione alla medicina si scontrano inerosabilmente con il formalismo, le rigide prescrizioni della disciplina imposte dallo stato monacale. La consapevolezza di non essere adatta per quel tipo di vita matura in lei nel corso degli anni e delle esperienze vissute e culmina quando ella sceglie di non rimanere indifferente all’oppressione nazista, come invece le veniva richiesto dalla sua congregazione.
La pellicola è straordinaria per solidità, intensità dei personaggi e pulizia narrativa. La regia di Zinnemann è stilisticamente ineccepibile, a tratti forse il formalismo appare particolarmente rigoroso ma le finezze e la classe non mancano di certo. Indimenticabile la prova di Audrey Hepburn che testimonia l’eccezionale bravura dell’attrice anche sul versante drammatico. Il ruolo da protagonista affidatole in questo film presentava un coefficiente di difficoltà elevatissimo ma lei è riuscita a fornire un’interpretazione di livello assoluto che, unita ad altre prove drammatiche straordinarie come in Guerra e pace e Gli occhi della notte, ha fatto di questa attrice non solo un’icona di eleganza e di simpatia per via delle famose commedie cui ha preso parte, ma uno dei nomi massimi della storia del cinema.
Oltre alla fenomenale Audrey, notevoli sono state le interpretazioni degli altri attori a cominciare dal bravissimo e intenso Peter finch (il suo dottor Fortunati è un personaggio cruciale del film) e dal sempre valido e navigato Dean Jagger. La pellicola si avvale, inoltre, della classe di una straordinaria veterana del cinema quale Edith Evans, e delle esperte Mildred Dunnock e Peggy Ashcroft.

Alcuni dati sul film:

Titolo originale: The Nun’s Story
Anno: 1959
Genere: drammatico
Regia: Fred Zinnemann
Sceneggiatura: Robert Anderson
Soggetto: da un romanzo di Kathryn Hulme
Musica: Franz Waxman

Cast:
Audrey Hepburn interpreta suor Lucia/ Gabrielle van der Mal
Peter Finch interpreta il dott. Fortunati
Edith Evans interpreta madre Manuela
Peggy Ashcroft interpreta madre Matilda
Dean Jagger interpreta il dott. van der Mal
Mildred Dunnock interpreta sorella Margherita
Beatrice Straight interpreta madre Cristina
Patricia Collinge interpreta sorella Giulia
Rosalie Crutchley interpreta sorella Eleonora
Ruth White interpreta madre Marcella

Alcune immagini:

Il figlio di Giuda (1960)

22 Gen
Articolo già pubblicato il 02/06/2011 su http://carovecchiocinema.splinder.com/

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Elmer Gantry (Burt Lancaster) è un rappresentante di elettrodomestici e si deve spostare da un luogo all’altro per pubblicizzare i prodotti e procurare clienti. E’ un personaggio molto estroverso e la sua smisurata spigliatezza ed esuberanza lo portano a condurre un vita fatta di eccessi, alcool e donne nella fattispecie. Un giorno incontra sorella Sharon Falconer (Jean Simmons), una suora laica leader di un movimento revivalista che predica il Vangelo in piccole località di provincia nel Midwest, USA. Gantry rimane affascinato da questa donna bella e carismatica e riesce abilmente a entrare a far parte del gruppo con il solo scopo di conquistarla e con la speranza che questa nuova attività sia più redditizia di quella precedente. Grazie al suo istrionismo, Gantry rende bene come predicatore e grazie a lui i consensi da parte della gente nei confronti del gruppo aumentano notevolmente. Il successo riscontrato consente all’associazione di poter svolgere l’attività di predicazione nella città di Zenith, la più importante della zona e poter disporre così di un pubblico di fedeli più vasto rispetto al passato.
Il giornalista Jim Lefferts (Arthur Kennedy), che segue abitualmente i meeting del gruppo revivalista, scrive un articolo per denunciare la troppa animosità e spettacolarità delle esibizioni di Gantry che, a suo avviso, poco hanno a che vedere con gli insegnamenti del Vangelo ma che servono soltanto da richiamo per il pubblico e per ricavare grosse somme di denaro con le offerte dei fedeli. La notizia mette in cattiva luce l’attività del movimento ma Gantry riesce astutamente a rendere inefficace la denuncia di Lefferts e, nel frattempo, conquista definitivamente l’affetto di Sharon. Elmer Gantry è inarrestabile e decide, in collaborazione con la polizia, di iniziare una campagna di purificazione della città a cominciare dall’alcol e dalla prostituzione. Così facendo, si imbatte nel locale dove lavora Lulu (Shirley Jones), una prostituta vecchia amica intima del nostro istrione e ancora innamorata di lui. Gantry, per evitare che Lulu possa rivelare notizie scomode per la sua posizione, ordina che tutte le meretrici del locale vengano allontanate dalla città. Lulu, per vendetta, convoca Gantry nel suo appartamento e riesce farsi scattare delle foto con lui in atteggiamenti inequivocabili e le fa pubblicare da un giornale. Gli effetti di questa mossa sono devastanti per l’immagine di Gantry e per tutto il movimento di predicazione.
Lulu si pente presto del suo gesto e rivela che le foto sono state una forzatura, riabilitando così la posizione di Gantry e il prestigio dell’intero movimento evangelico. Gantry decide di lasciare il movimento e chiede a Sharon di seguirlo, ma lei decide di continuare quell’attività in cui crede veramente. Durante una manifestazione, a cui assiste anche Elmer, Sharon compie un miracolo guarendo un uomo sordo davanti agli occhi di un numeroso pubblico. Subito dopo un incendio fortuito avvolge il locale dove si stava tenendo la riunione e Sharon perde la vita.
Dall’analisi di questo film emerge la volontà del regista Richard Brooks (autore anche della sceneggiatura) di fare una satira pungente sul mondo legato ai movimenti di predicazione americani. L’aspetto che aleggia su tutto il film è il continuo mescolarsi di sacro e profano e nel personaggio incredibile di Elmer Gantry il profano appare clamorosamente come sacro. Si tratta di una pellicola dalla visione piuttosto impegnativa, dal finale amaro e di difficile spiegazione, ma è ben strutturata ed è caratterizzata da alcune interpretazioni memorabili a cominciare da quella di Burt Lancaster, ormai attore maturo per qualsiasi tipo di ruolo. Quì offre una prestazione strepitosa, mostrando un repertorio di gestualità e cambiamenti repentini di umore incredibili. Non a caso per questa sua prova vinse l’Oscar come miglior attore protagonista. Anche Jean Simmons è stata bravissima recitando con intensità e precisione e supportata dalla sua bellezza straordinaria. Altra prestazione superlativa è stata quella di Shirley Jones, esuberante e drammatica allo stesso tempo, premiata con l’Oscar come miglior attrice non protagonista.
Concluderei con un’osservazione: di solito i titoli della versione italiana di un film straniero risultano poco azzeccati o, comunque, meno efficaci del titolo originale; per questo film, invece, il titolo italiano rende benissimo.

Alcuni dati sul film:

Titolo originale: Elmer Gantry
Anno: 1960
Genere: drammatico
Regia: Richard Brooks
Sceneggiatura: Richard Brooks
Soggetto: dal romanzo “Elmer Gantry” di Sinclair Lewis
Musica: Andre Previn

Cast:
Burt Lancaster interpreta Elmer Gantry
Jean Simmons interpreta Sorella Sharon Falconer
Arthur Kennedy interpreta Jim Lefferts
Dean Jagger interpreta William Morgan
Shirley Jones interpreta Lulu Bain
Patti Page interpreta Sorella Rachel
Ed Andrews interpreta George F. Babbitt
John McIntire interpreta il Reverendo John Pengilly
Hugh Marlowe interpreta il Reverendo Philip Garrison

Alcune immagini del film: